«Siamo come i musicisti del Titanic: l’acqua gelata arriva alle ginocchia, ma continuiamo a suonare».
Come creare arte malgrado la crisi? O con la crisi? Che valore assume l’irriducibile gesto artistico di fronte al tracollo? E quale arte produrre in questo contesto? Il regista olandese Yan Duvyendak crede nella possibilità di generare una crepa, di indurre alla riflessione attraverso la commistione tra un orizzonte estetico riconoscibile e lieto come quello del musical – vero e proprio archetipo teatrale – e una profonda, dolorosa, consapevolezza morale e politica contemporanea. «Il musical ebbe uno slancio dopo il crollo della borsa nel 1929, e ancor più dopo la seconda guerra mondiale. È un fenomeno anti-crisi che si cala nella realtà per meglio allontanarsene» afferma l’artista. Ecco allora la sua luccicante commedia musicale, nelle cui danze e canzoni si nascondono i temi scomodi dell’oggi.
Dall’esplosione di Fukushima all’avanzata degli acquirenti cinesi in Europa, passando attraverso il riscaldamento del pianeta e la tecnodipendenza: non un’unica narrazione ma tanti piccoli racconti che compongono il nostro quotidiano, ovvero la Storia. Segni della caduta conclamata di questo mondo complesso, inquietante e sublime, che è l’Occidente, ovvero la parte del pianeta destinata ad accogliere il sole calante e a contemplare la prospettiva apocalittica. Ma se apocalisse significa rivelazione ecco che si crea un ossimoro vertiginoso.
A fronte di una partitura testuale che disegna un universo al collasso, i brani musicali corali e travolgenti sottolineano la contraddizione sempre aperta tra desiderio di abbandono e intrapresa di uno spirito critico.
Così, in una tensione costante tra leggerezza e gravità, intrecciando virtuosismo e sregolatezza, caos e fragilità, Yan Duvyendak punta il dito verso la coscienza di ciascuno e scommette sulla possibilità di sollevare il nostro impegno.
Lo affiancano artisti eccellenti: il coreografo francese Olivier Dubois, che lavora sulla ripetizione del movimento come forma allucinatoria; il musicista di origine italiana Andrea Cera, grande manipolatore di codici
musicali che si ispira alle melodie dei più famosi musical americani come come Hair, West Side Story e Gold Diggers of 1933, trasfigurandoli e ritrovandone l’essenza originaria; alla scrittura dei testi, il poeta- filosofo francese Christophe Fiat, capace di un linguaggio spoglio e diretto per esplorare, con la grazia dei versi in rima, le angosce contemporanee.
Dal 7 al 10 gennaio
Giorni feriali ore 21
Sabato 19.30
Domenica ore 16
Di Yan Duyvendak
e Andrea Cera, Olivier Dubois, Christophe Fiat, Michael Helland
ideazione e regia YAN DUYVENDAK
assistente alla regia Nicolas Cilins
testi Christophe Fiat
coreografie di All Right Good Night, Staying Afloat, Chinese Are On Tour, Rain Dance Olivier Dubois
assistente alla coreografia di Olivier Dubois e maestro di ballo Cyril Journet
altri coreografi Michael Helland
composizione musicale Andrea Cera
maestro di canto Sylvie Zahnd
scenografia Sylvie Kleiber
disegno luci Vincent Millet
costumi Nicolas Fleury
programmazioni Thomas Köppel
produzione Samuel Antoine, Sylvain Didry
Con i danzatori di musical Oliver Aagaard-Williams, Melanie Böhm, Tobias Brönner, Johannes
Brüssau, Maria Einfeldt, Angelika Erlacher, Eveline Gorter, Jan Grossfeld, Sorina Kiefer,
Nathalie Parsa, Claire-Marie Ricarte, Mario Saccoccio, Rudy Van Der Merwe
e i danzatori invitati Giulia Bellanzoni, Priscilla Bellino, Arianna Bertelli, Francesco Bertoni, Jacopo
Bertoni, Camilla Bribani, Valentina Brunori, Beatrice Burelli, Andrea Giovanni Busato, Mara Callini,
Massimiliano Carulli, Ilario Castagnola, Mattia Cavallari, Riccardo Ciabò, Rachele Cioni, Elena De Luca,
Martina De March, Andrea Di Bella, Giulia Ercolessi, Federica Esposito, Marco Falcone, Noemi Galeano,
Francesco Galuppi, Chiara Giordano, Jonathan Guerrero, Laura Iandoli, Valentina Lamanna, Pietro
Mattarelli, Sandro Mazzuferi, Noemi Nappi, Stefano Perrier, Gea Rambelli, Silvia Riccò, Elisa Sammauro,
Martina Santoro, Giulia Silvestri, Pamela Tamantini, Margherita Toso, Rosalba Veniero
Produzione delegata Dreams Come True, Genève e Théâtre de Vidy, Lausanne
Coproduzione La Bâtie-Festival de Genève, Théâtre Forum Meyrin, Théâtre Nanterre-Amandiers, centre
dramatique national, Festival actoral – Marseille, Pour-cent culturel Migros.
In collaborazione con Bernstein School of Musical Theater – Bologna
Con il sostegno di Spettacolo vincitore del concorso Label + Théâtre Romand 2014 – Spettacolo vincitore
del Prix FEDORA Van Cleef & Arpels pour le Ballet 2014 – Fondation Meyrinoise du Casino – Fondation
Ernst Göhner – Stanley Thomas Johnson Foundation – Ville de Genève – République et Canton de Genève
– Pro Helvetia – Fondation Suisse pour la culture
In lingua inglese con sovratitoli in italiano
Durata: 1h 15’